venerdì 13 gennaio 2017

Polvere di musica...



Poi arriva quel momento in cui ti alzi dal divano con aria leggera :
"…aspetta, metto un disco."
E ti ritrovi catapultato in un mondo antico dove gesti che avevi dimenticato ti ritornano incredibilmente famigliari.
Le buste allineate che fai scorrere con noncuranza.
Ne scegli un paio che guardi davanti e dietro, ne scarti una terza e poi ti concentri su una dalla copertina in bianco e nero.
Con fare esperto ne estrai la busta interna, tenendola per i bordi, senza mai veramente "pizzicarne" il contenuto. 
Quasi per rispetto dei suoi trent'anni passati in cantina, come un buon vino.
Ed infine dopo qualche coccola, dopo qualche preliminare nel leggere la playlist, e un sorriso contenuto quando involontariamente ti soffermi sul marchio RCA, estrai lui, il vinile nero, sempre con attenzione, quasi con pudore, nel silenzio, come se il tempo si fosse fermato.
E lo lasci adagiarsi sul piatto.
Riprendi a respirare e sollevi il braccio per accompagnarlo sulla prima traccia.
Quando il primo fruscio esce dagli altoparlanti ti rendi conto che proprio quel fruscio non lo avevi mai dimenticato. 
Riguardi il piatto che gira, cerchi il granello di polvere e ti accorgi di quel suono impercettibile che senti uscire dalla puntina, gracchiante.
Cosi' vero, così reale...
E come se gli ultimi trent'anni non fossero passati, torni verso il divano convinto di avere ancora i capelli lunghi. E quasi vedi un Eskimo, il Samson e le Rizla quando con gli occhi chiusi dimentichi persino a chi ti eri rivolto con quel  "…aspetta, metto un disco"...


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