giovedì 9 maggio 2013

Libera sosta in libero stato


Il giorno 8 Aprile dell'anno in corso ho ritrovato appoggiato sul cristallo della mia auto un foglio con l'ingiunzione a pagare una contravvenzione per divieto di sosta.
L'autovettura era parcheggiata in una strada priva di apposite strisce, nelle vicinanze di un cartello di divieto di sosta posizionato in modo non casuale e probabilmente tendenzioso all'altezza delle ruote anteriori.
Un rappresentante della legge (o presunto tale) sicuramente schierato politicamente, vista la mia auto di colore bianco ha deciso in modo arbitrario, personale e arrogante che esistevano le condizioni per la contravvenzione.
Tale sopruso politico da parte di una certa "polizia urbana" schierata e politicizzata, concentrata a distruggere i miei diritti di occupazione del suolo pubblico va combattuto e osteggiato.

Le iniziative per la difesa dei miei legittimi diritti prevederanno:
  • Richiesta di rinvio delle operazioni di pagamento per legittimo impedimento (non posso recarmi presso gli uffici postale nei loro orari di apertura e soprattutto non posso entrare accompagnato dal mio fedele amico Fido)
  • Analisi dei tempi di prescrizione per tale contravvenzione
  • Raccolta di firme e richiesta al parlamento per un referendum popolare che limiti il divieto di sosta solo se in seconda fila.
  • Trasferimento della contravvenzione al comune di Milano, notoriamente meno coinvolto dalla mia storia civica di residente torinese, in grado di giudicare in modo più' sereno.
  • Partecipazione ad un programma di inchiesta in prima serata sulle reti nazionali unificate per ripercorrere questa ingiuriosa e indecorosa storia.
  • Richiamo alla piazza per una manifestazione popolare a difesa dei miei diritti di parcheggiare nel pieno rispetto del mio libero arbitrio
  • Richiami istituzionali e politici verso il rispetto della libertà personale di parcheggio e di utilizzo del suolo pubblico (in quanto pubblico, anche MIO)
  • Organizzazione di un nuovo "movimento" denominato "Spazio libero" per la difesa dei diritti dei liberi cittadini di fermare l'auto dove necessario
  • Richiesta di annullamento e di restituzione della tassa di possesso sulla prima auto.
  • Riorganizzaione della Soris (Società Riscossioni S.p.A.)

domenica 10 marzo 2013

10 marzo...

….donne.

Elvira sta a capotavola. Occupa molto più' posto di tutte le altre tre insieme.
Il trucco non eccessivo, ma vistoso. E il rossetto va ben oltre lo spazio che il tempo ha lasciato alle labbra.
Il coprispalla piumato nero sullo schienale della sedia lascia intendere un guardaroba ancora ricco e ricercato.
I capelli cotonati di rosso, i grandi occhiali quadrati, le mani che disegnano nell'aria emozioni che le parole non sempre riescono ad esprimere.
Ogni tanto una mano si ferma sull'avambraccio dell'amica, lo stringe e lo cattura a sottolineare l'importanza del concetto.

Liliana sta dall'altra parte del tavolo. Lei e' l'amica del cuore di Elvira, si vede.
Ne imita i gesti, gli atteggiamenti, a stento i vestiti, ma lontana dalla sua dialettica e della sua gestualità. La osserva ammirata, anche un po' invidiosa, forse stanca dalla lunga amicizia.
Una vita di complicità a senso unico, a dare ragione, a riconoscere, a seguire.
Beve in silenzio il suo cappuccino. A cosa starà pensando intimamente?

Anna veste sobriamente, sorseggia il succo di carota, e quel che resta del cappuccino. Si libera il braccio da Elvira e tenta un suo assolo.
Lei vorrebbe scherzare, ridere, parlare di tutto un po'. Ma Elvira la incalza con le sue beghe familiari.
Anna probabilmente è la più giovane, ha fretta, deve scappare.

E poi c'è Maria. Minuta e raccolta nel suo angolo. I capelli dignitosamente bianchi. Il cappotto e lo scialle. La borsa sulle ginocchia.
L'unica che sembra veramente fiera del suo essere nonna, e forse l'unica a non esserlo.
E' a lei che si rivolgono le amiche per contare i cappuccini e i succhi di carota, per organizzare la prossima colazione al bar della domenica mattina.
E' nell'improvviso silenzio che Maria estrae la sua agendina dalla borsa, gonfia di foglietti e santini, con i fogli tutti scritti di piccoli  e ordinati appunti.
E' lei che con la voce gentile e un sorriso accennato paga il conto, raccoglie gli sguardi di assenso e segna sull'agenda "Domenica, ore 10 al bar dell'angolo".

Io finisco il mio cappuccino al bancone ed esco accompagnato dai profumi di borotalco e lavanda.

Senza questo intermezzo non mi sarei fermato a guardare quattro uomini all'angolo della strada. 
Tutti seri nei loro vestiti e cappotti grigi. Dozzinali, senza personalità.
Discutevano svogliatamente, guardando i lavori del grattacelo. Non ho distinto le singole persone.
Ma solo gli sguardi stanchi e forse rassegnati.

…uomini.

giovedì 14 febbraio 2013

Destini.....


Guardo il piatto che mi porge il cameriere, lei è li, ormai arresa al suo destino.
Cerco di allontanarla dal resto con un leggero tocco di forchetta.
Vorrei darle un spazio suo, un momento di dignità.

Che triste destino.

Perchè cosa può sperare una orata nel corso della sua vita?

Di finire in un piatto cucinato con arte davanti ad una platea adorante di cuochi per poi non essere neppure assaggiata.
Oppure di essere gustosa pietanza teneramente condivisa in un unico piatto, dopo un leggero passaggio sul vapore, un bicchiere di vino, un sorriso.
O forse meglio in un cartoccio, in grado di sorprendere, mantenendo intatta la sua essenza.

Ma cosa avra' mai fatto di male la mia orata di questa sera.
Povera.

Miseramente abbrustolita in un crosta senza nessun gusto con delle finte mandorle attorno.
Persa ogni dignità, arresa ad un destino nefasto.

Ho provato a sollevarla, ad accarezzata con la posata. Un piccolo pensiero ad una orata sfortunata.

Poi ho alzato lo sguardo nella sala quasi deserta, il cameriere ha ricambiato un sorriso che non era per lui.

E la mia orata, con un po più' di rispetto, quasi riconoscente, ha acquisito un colore più' rotondo e un gusto più morbido.