mercoledì 21 marzo 2012

Giorgio

Aveva le spalle larghe.
Io me lo ricordo alto, molto alto anche da vecchio, anche quando io ero ormai piu’ alto di lui.
Aveva quello sguardo sempre pensieroso e quell’aria sempre imbronciata, spesso con lo sguardo fisso.

Sapeva pero’ aprirsi quando le cose semplici lo facevano felice. Ti sorrideva dietro il broncio e quel sorriso, così vero e genuino è l’immagine che porto con me.

Lui non è mai diventato vecchio, lui non mi ha mai lasciato veramente.
Sento ancora vicina la sua capacità di capirmi e di ascoltarmi, di difendere le mie scelte anche quando erano in contrasto con le sue.  

Sento la sua presenza, silenziosa ma carica di complicità.
Quel suo essere fiero di me.

Ho scoperto il suo mondo nelle cose che mi ha lasciato.

La busta con tutte le lettere che gli spedito nella mia vita.
La raccolta degli articoli di giornali che parlavano di me.
La copia della mia prima busta paga. L’originale della sua prima busta paga.
La foto di suo papa, mio nonno. Una sola.

E poi le sue agende.
Semplici, quasi frugali. Dove riportava giorno per giorno brevi e concise note della sua vita.
Il sole, la pioggia, le telefonate, la spesa, le visite dei nipoti, i malesseri, le discussioni….
Con la sua calligrafia, così singolare, così personale.

Mi ha lasciato i sui quadri.

E’ così che quel vuoto improvviso si è trasformato giorno per giorno in grande presenza, dentro di me, in ogni mio pensiero, in ogni sensazione.

Anche adesso lui è qui con me, al mio fianco, in silenzio, mentre insieme guardiamo l'infinito..