martedì 7 dicembre 2010

Caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale,

mi sei sempre stato simpatico, forse perché sei l’unico che con molta pazienza ha ancora il pregio di saper ascoltare.

Da tanti anni non ti scrivo più, ma questo è stato un anno difficile e mi piacerebbe veramente, con il tuo aiuto, vedere qualche cambiamento.
Dalla mia ultima lettera sono successe molte cose e anche i tuoi doni si sono evoluti nel tempo, nonostante la barba e le renne, sei riuscito a stare a passo con i tempi. Anzi, spesso hai portato cose nuove che noi poveri adulti ancora non sapevamo maneggiare. Perciò sono convinto che saprai interpretare i miei pensieri e con il tempo saprai tradurre in realtà le speranze e le convinzioni.
Senza fretta, quando ti tornera’ comodo.

Vorrei tanto che tutti potessero scrivere come me, su un bel computer veloce, collegato alla rete senza problemi. Ci sono ancora tante persone che non lo possono fare.  Lo chiamano “digital divide” e qualcuno pensa di risolvere il problema con la Rete di Nuova Generazione.

Sarebbe gia’ un bel risultato se le reti mobili fossero di nuovo efficienti come agli albori, se il WiFi fosse piu’ libero, se le nuove soluzioni non partissero e si fermassero ai grandi centri urbani.

Tu che puoi, porta fibra in tutti i paesi, in tutte le case, in tutte le piccole aziende che popolano il nostro Paese.

Ti sarei grato se poi mi aiutassi a risolvere il problema della Privacy e della Sicurezza dei dati. Noi stiamo forse esagerando con le norme e le regole, perdendo l’attenzione sui controlli e sulle soluzioni piu’ semplici.

Tu come la gestisci con tutte le lettere che ricevi?

Tutti quei dati che in realtà ci stanno soffocando. Sono tantissimi e sempre piu’ spesso poco utilizzati, se non addirittura del tutto inutili. Caro Babbo, portami una macchina in grado di cancellare e distruggere tutti quei i dati che non servono più, e quelli che non sono mai serviti. Lo so che è un regalo molto impegnativo e non importa se non ci riesci per quest’anno, io ci spero anche per l’anno prossimo. Prenditi il tuo tempo.

Infine ti chiedo il regalo più grande. Vorrei tanto una piccola macchina, una specie di sfera di cristallo, da usare per far vedere a manager ed imprenditori come potrebbero essere le loro imprese se solo accettassero un po’ di cambiamento, qualche cenno di innovazione, una spruzzatina di sano rinnovamento.

Che cosa potrebbe succedere se, per esempio, assumessero finalmente dei giovani per farli crescere e non solo per sfruttarli.
Avrei tante altre cose da chiederti, e non sono neppure certo di averti chiesto quelle più importanti, ma sono sicuro che hai colto il mio pensiero e che saprai leggere anche quello che non ho scritto.

Grazie comunque,
Enrico.

p.s. Volevo anche mandare un po’ di carbone in giro, ma per quello è meglio se scrivo direttamente alla Befana, vero?