martedì 16 novembre 2010

In equilibrio sulla nuvola

Per quale motivo il Cloud affascina cosi’ tanto?

Sarà che il termine stesso richiama sensazioni intime, come quando si alzano gli occhi al cielo.
La nuvola rappresenta un sogno, una visione, ma anche qualcosa di lontano, impalpabile, etereo
.
E invece il Cloud va affrontato considerando tutte le condizioni al contorno, senza lasciarsi facilmente trascinare dal fascino dolcemente romantico della… nuvola.

Non si tratta semplicemente di una nuova tecnologia o di un nuovo modello, ma di un approccio al sistema, che probabilmente comporta l’analisi e la costruzione di un nuovo e diverso universo multidimensionale.

Vediamole queste dimensioni:
  • I dati: da selezionare e da organizzare prima di essere spediti sulla nuvola
  • La rete: i canali di comunicazione, la loro affidabilità, ma soprattutto la grande capacita’ di trasportare informazione. Quali garanzie sulle performance, sui livelli di servizio
  • Le applicazioni: soluzioni standard o personalizzate. Le interfacce con i sistemi piu’ tradizionali, la gestione dei flussi di dati se e dove necessari.
  • La sicurezza: quale crittografia, quali strumenti a disposizione di chi sta sulla nuvola per gestire dati che non gli appartengono.
  • La migrazione: Facile parlare di soluzioni Cloud quando si progetta un nuovo servizio su una nuova piattaforma. Ma quando abbiamo gia’ una piattaforma in casa, come migrare verso il Cloud e perche’. Con quali valutazioni di costi, rischi, ritorno degli investimenti.
  • L’evoluzione tecnologica: Quale piattaforma Cloud, quale soluzione selezionare, in grado di scalare su dimensioni in crescita, su nuovi servizi. E domani? Come saltare da una nuvola all’altra. Come evitare di rimanere incastrati sulla nuvola sbagliata
  • La privacy: quali politiche devono essere adottate in relazione ai dati selezionati e alla politiche sulla sicurezza
E solo se il baricentro di questo complesso sistema trova il suo giusto equilibrio, la nuvola sara’ in grado di ruotare con eleganza attorno al business.

lunedì 1 novembre 2010

La tassa sul macinato


Proviamo ad immaginare un prodotto venduto sul mercato, che ti obbliga per anni a pagare una tassa solo per poter essere utilizzato. E non una tassa qualunque, quasi il 20% del prezzo d’acquisto.

Sarebbe la fine di quel prodotto.

Invece l’industria del software, ha regole diverse.
Nell’industria del software non esiste il periodo di garanzia. Anzi, spesso nei contratti è messo ben in chiaro che il fornitore non si assume nessuna resposabilita’, ne’ su eventuali malfunzionamenti (i piu’ generosi dicono: dopo i primi tre mesi), ne’ su resposanbilita’ dirette o indirette che tali malfunzionamenti potrebbero causare.
Ma non solo, tutto il software prodotto, quello fatto su misura (gli sviluppi) o a pacchetto (le licenze), causa un costo operativo eterno.

La manutenzione: la nuova tassa sul macinato.

Qualcuno l’ha nomitata software assurance, giusto per darle una veste tecnologica. Ma sempre di una tassa si tratta.

E non importa se anno dopo anno si veste di nuove voci e di nuovi contenuti: il training, gli eventi, i servizi “gold”,  e via dicendo. Comunque tassa resta.

Se vogliamo parlare di nuovi modelli di business dell’industria del software iniziamo a considerare la manutenzione come qualcosa che fa ormai parte della storia del medioevo informatico.

Rifiutiamoci, laddove possibile, di pagare tale tassa. Mettiamola in discussione.
Piuttosto rinegoziamo le licenze software, migriamo gli ambienti, ricompriamo licenze scadute. Cerchiamo di far capire che anche il mondo del software dovrebbe confrontarsi con le leggi mercato.

Siamo assolutamente consapevoli che molti fabbricanti di software sopravvivono grazie a questa tassa, alla manutenzione. Ma non e’ una buona ragione per mantenere in vita un modello che non ha pari nel mercato moderno.

Sta proprio a quelle organizzazioni trovare un nuovo modo per generare cassa e per finanziare gli investimenti. Magari attraverso prodotti sempre piu’ innovativi che spingano le aziende verso nuovi investimenti. O anche nuove forme di service, basate sulle effettive esigenze del cliente e non imposte da contratto.

Qualche piccolo segnale comincia ad arrivare, speriamo.